Apre l’Ambulatorio di Ipertrofia Prostatica al Mater Olbia Hospital

Apre il nuovo Ambulatorio di Ipertrofia Prostatica del Mater Olbia Hospital. L'ipertrofia (o iperplasia) prostatica benigna (IPB) è un ingrossamento benigno della prostata, la ghiandola che fa parte dell'apparato genitale maschile con la funzione principale di produrre ed emettere il liquido prostatico. Questa patologia si manifesta generalmente in prossimità dei 50 anni: si stima, infatti, che sia presente nel 50% dei pazienti con più di 50 anni e nel 75% di quelli con più di 80 anni. Nelle persone che soffrono di questo disturbo, le dimensioni della prostata con l'avanzare dell'età possono arrivare a superare anche di due o tre volte le dimensioni normali.
Il nuovo ambulatorio opererà sia in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale che in regime privato. Ne sarà referente il dott. Angelo Totaro, medico chirurgo specialista in Urologia presso il Policlinico A. Gemelli di Roma e dottore di ricerca in Urologia Oncologica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma.
Le cause dell’Ipertrofia Prostatica Benigna
La prostata è una ghiandola fondamentale per la sessualità maschile e non solo. Infatti la sua funzione è quella di produrre il liquido prostatico, importante componente del liquido seminale che contribuisce a garantire vitalità e motilità agli spermatozoi, inoltre per la sua posizione anatomica ha un ruolo importante anche nella continenza urinaria. Il principale fattore associato alla malattia sono l'invecchiamento e i cambiamenti ormonali nell'età adulta, tuttavia tale condizioni generano un ingrossamento dell’organo che non deve destare eccessivo allarme per il paziente, poiché stiamo parlando di una patologia benigna e reversibile, in cui non ci sono formazioni tumorali o infiltrazioni tissutali.
I sintomi avvertiti dal paziente
Il primo sintomo dell'ipertrofia prostatica benigna che il paziente avverte è quasi sempre la difficoltà a urinare (in particolare a iniziare la minzione). La crescita della ghiandola, infatti, che restringe sempre più l'uretra, comporta per la vescica un eccesso di lavoro per espellere l'urina. Col tempo, la vescica si indebolisce e perde efficienza. Lo svuotamento incompleto comporta la permanenza in vescica di un residuo urinario che facilita l'insorgenza di infezioni o la formazione di calcoli. Accanto alla difficoltà nell'iniziare la minzione, gli altri sintomi quasi sempre presenti sono: la diminuzione della forza del getto urinario e la minzione intermittente. Questi sintomi sono conseguenza della ostruzione dell'uretra, mentre altri, come la sensazione di mancato svuotamento della vescica, il bisogno urgente di urinare, il bisogno di urinare spesso sia di giorno (pollachiuria) che di notte (nicturia) e lo sgocciolamento terminale (dopo aver terminato di urinare, alcune gocce di urina continuano a fuoriuscire) sono di tipo irritativo. Il quadro può essere complicato da episodi di ritenzione acuta di urina che richiede il posizionamento di catetere vescicale per evacuare la vescica e non recare danno ai reni.
Quando rivolgersi all’urologo?
Il paziente deve recarsi dall’urologo quando la sintomatologia urinaria inizia ad essere un problema sociale e inizia inevitabilmente a ridurre la qualità della vita del diretto interessato. Il primo controllo è solitamente l'esplorazione della ghiandola attraverso il canale rettale, che come detto in precedenza risulterà aumentata di volume e di consistenza parenchimatosa. Se il medico lo ritiene necessario può richiedere anche esami strumentali quali l'ecografia, che studia le dimensioni e la struttura della prostata, oltre che la presenza di ristagno di urina in vescica e l’uroflussimetria (minzione in water elettronico), che valuta l’entità dell’ostruzione urinaria. Tra gli esami di laboratorio si deve citare l'esame delle urine, che va a verificare la presenza di infezioni il PSA (antigene prostatico specifico) e la funzionalità renale.In base ai risultati di questi controlli, l'IPB potrà essere classificata in ipertrofia lieve, moderata o severa. A seconda della gravità dei sintomi e della presenza o meno di complicanze, il medico potrà optare per scelte terapeutiche diverse.
Le terapie per il trattamento dell’IPB
Il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna può essere di tipo farmacologico o chirurgico. Attualmente i farmaci (di prescrizione) disponibili comprendono la finasteride/dutasteride che agisce bloccando la trasformazione del testosterone nella sua forma attiva, il DHT (dehydrotestosterone), responsabile dell'ingrossamento della prostata, e gli alfa bloccanti, che rilassano i muscoli del collo vescicale, dell'uretra prostatica e della prostata, facilitando il passaggio dell'urina nell'uretra. L'effetto farmacologico compare solo dopo alcune settimane di terapia, ma possono essere necessari diversi mesi prima di ottenere l'effetto massimo. Come tutti i farmaci, anche questi presentano effetti indesiderati che tuttavia scompaiono con la sospensione del trattamento. Per gli alfa-antagonisti sono riportati con una certa frequenza, cali della pressione arteriosa, vertigini e stanchezza.
Per ridurre l'incidenza di effetti indesiderati si consiglia di assumere il farmaco la sera, prima di coricarsi, e alzarsi lentamente dal letto, rimanendo seduti per un po' sul bordo. Per la finasteride gli effetti indesiderati più rilevanti sono l'impotenza e la diminuzione della libido, che tuttavia si presentano in una bassa percentuale di pazienti (1 e 2% rispettivamente). Qualora il trattamento medico risulti inefficace è necessario intervenire chirurgicamente con interventi atti a rimuovere l'adenoma prostatico sia con tecniche endoscopiche (resezione trans-uretrale di prostata) sia a cielo aperto (per via trans-vescicale) ormai non più considerate il gold-standard.
Trattamenti all’avanguardia al Mater Olbia Hospital
Il nuovo Ambulatorio di Ipertrofia Prostatica del Mater Olbia Hospital offre dei trattamenti all’avanguardia e di notevole innovazione tecnologica: in particolare, questi sono la Vaporizzazione (ThuVAP), che impiega un laser per applicazioni chirurgiche, e il Rezum, che sfrutta le radiofrequenze per produrre energia termica sotto forma di vapore acqueo. Questi due trattamenti sono erogati in regime privato.
Per quanto riguarda la Vaporizzazione, un laser Thulium è utilizzato in applicazioni chirurgiche per la resezione, il taglio, l’ablazione, la vaporizzazione, la coagulazione e l’emostasi dei tessuti molli.
Il tutto permette al chirurgo di agire con elevata precisione e di ridurre drasticamente i rischi connessi a necrotizzazioni profonde. Questa procedura prevede la riduzione del volume dei lobi ostruenti tramite un’azione di vaporizzazione dei tessuti. L’azione di vaporizzazione rimane costante ed efficace durante tutta la procedura chirurgica, conservando le proprietà di confinata necrosi dei tessuti (fattore chiave nella riduzione dei fenomeni irritativi post-intervento) anche utilizzando il sistema alla massima potenza (200W). I vantaggi di questo trattamento sono notevoli: tempi di cateterizzazione dimezzati; tempi di ospedalizzazione brevi (2 giorni); efficace vaporizzazione dell’adenoma prostatico; riduzione delle complicanze post-operatorie (buon controllo dell’emostasi).
Per quanto riguarda il trattamento con il Rezum, va ricordato che la termoterapia con vapore acqueo è l’ultimo nato tra i trattamenti mini-invasivi (MIST, Minimally Invasive Surgical Treatments) per l’IPB, dominati finora dalla laser terapia, che rappresenta ancora la prima scelta nel caso di prostate voluminose. Rezum sfrutta le radiofrequenze per produrre energia termica sotto forma di vapore acqueo; il mini-getto di vapore caldissimo (540 calorie per millilitro di acqua) distrugge il tessuto prostatico ridondante, senza danneggiare le strutture circostanti. Il processo di condensazione del vapore provoca anche un rapido collasso del sistema vascolare nella zona di trattamento, con ottimo controllo dell’emostasi. E’ una tecnica indicata nei pazienti con un una prostata di circa 30-60 ml di volume e risulta efficace anche in pazienti con lobo medio. Ogni singolo caso deve essere analizzato dallo specialista, perché il trattamento è efficace se il paziente viene accuratamente selezionato. Anche i vantaggi per il paziente di questo trattamento sono notevoli: durata dell’intervento circa 15 minuti; l’operazione si può eseguire in regime di day hospital; non è necessaria l’anestesia generale; preservazione dell’eiaculazione.