Come affrontare il dolore in presenza di patologie croniche
Al Mater tecniche all'avanguardia: oltre mille interventi e 2500 trattamenti
In Italia ci sono 13 milioni di persone che soffrono di dolori cronici, in Sardegna le patologie della colonna sono spesso causa delle limitazioni del lavoro e ricorrere alle tecniche di terapia del dolore contribuisce a ridurre al minimo anche i tempi di recupero. Ecco perché i centri di terapia del dolore, come quello del Mater Olbia, rivestono un'importanza doppia. L'obiettivo del reparto di Anestesia e Terapia del Dolore del Mater Olbia Hospital è quello di creare un polo di riferimento per il nord Sardegna di terapia del dolore che possa dare sempre più risposte ai pazienti. Dalla sua inaugurazione, nel 2020, il reparto, creato e guidato dal primario Paolo Cossu, ha registrato grandi numeri: oltre 1000 gli interventi eseguiti su pazienti che soffrivano di dolore cronico e più di 2500 le visite effettuate. Con l'attività ambulatoriale e con gli interventi in sala operatoria si dà la possibilità al paziente di essere seguito e trattato con tutte le tecniche mininvasive oggi a disposizione, come ad esempio la neuromodulazione elettrica per eliminare i dolori che non passano, che spesso sono invalidanti e che condizionano la qualità della vita.
«Si associa sempre la terapia del dolore al paziente oncologico, spiega Paolo Cossu, proveniente dal Centro di Terapia del Dolore dell'ARNAS Brotzu di Cagliari, ma noi ci occupiamo di dolori cervicali, lombosacrali, neuropatici e alle articolazioni e abbiamo tutta una serie di possibilità di diagnosi e terapia che ci consentono di fare trattamenti mininvasivi risolutivi. Non sono solo gli anziani a soffrire di dolori cronici - continua Cossu - Il mal di schiena ha un'incidenza in tutta la popolazione a livello mondiale per cui siamo in grado di dare risposte anche ai giovani che hanno bisogno di lavorare e a molti sportivi. Se pensiamo al mal di schiena, il paziente spesso viene indirizzato dal neurochirurgo o dall'ortopedico senza considerare che gli anestesisti che si occupano di terapia del dolore possono, in casi specifici, dare validissime risposte al trattamento di questa patologia. Al Mater ci occupiamo di gestire il dolore alla colonna dal tratto cervicale a quello lombosacrale con tutte le tecniche che vanno dal trattamento del disco per via percutanea, il trattamento dell'infiammazione dello spazio peridurale ad esempio con la periduroscopia, il trattamento del dolore alle articolazioni della colonna come ad esempio la radiofrequenza delle faccette articolari in maniera tale da gestire il dolore a seconda della causa che lo determina. Siamo in grado inoltre di trattare con la radiofrequenza anche i dolori di spalla, anca e ginocchio, per pazienti che non vogliono o non possono essere operati. Il reparto si occupa anche di diagnosi e cura della cefalea con buona risposta nel trattamento della muscolo tensiva che può essere trattata con la radiofrequenza».
L'arrivo del dottor Maurizio Marchesini, che proviene dall'IRCCS Maugeri di Pavia, ha implementato ulteriormente l'attività clinica del reparto. «Oggi, infatti, abbiamo la possibilità di trattare il dolore cronico neuropatico, in pazienti già operati alla colonna, con l'impianto di neurostimolatori midollari». «Così come un pacemaker continua a dare stimoli a un cuore che non funziona - spiega Marchesini - un neurostimolatore impiantato sottopelle continua a dare impulsi per bloccare le afferenze dolorose (dal midollo spinale o dal nervo periferico). Tra altri tipi di dolore molto intensi e invalidanti ci occupiamo della nevralgia del trigemino mediante la termorizotomia trigeminale sfruttiamo la corrente elettrica per bloccare quelle terminazioni nervose che danno l'impulso doloroso. Nel caso della nevralgia del trigemino che non risponde a terapia farmacologica, con questa tecnica andiamo a bloccare al paziente quella che è la causa. Le prestazioni sono in convenzione con il servizio sanitario nazionale e le liste d'attesa sono abbastanza contenute; il tempo d'attesa perla presa in carico del paziente è tra i 30 e i 45 giorni».
Ma quanto è importante il supporto dei medici di medicina generale per capire che il dolore va curato in altro modo?
«Importantissimo - prosegue Cossu -: il medico di base conosce bene il paziente e se il primo approccio terapeutico non risolve il problema è utile che lo indirizzi da noi». Quando si parla di terapia del dolore c'è un importante distinzione da fare. «La legge 38 del 2010 - aggiunge Marchesini - definisce bene due reti diverse: quella delle cure palliative e quella della terapia del dolore. Le cure palliative sono tutti i trattamenti atti a ridurre al paziente quelle che sono le sofferenze determinate da una malattia con prognosi infausta, come un tumore, una Sla, una cardiopatia molto avanzata. La rete della terapia del dolore comprende invece tutti i trattamenti volti a ridurre il dolore per le patologie croniche con prognosi fausta o infausta. Quindi abbiamo le terapie del dolore cronico benigno e quelle per il dolore correlato a neoplasia. Le cure palliative sono più una presa in carico a 360°, psicologica, di supporto o di trattamenti internistici. Perla terapia del dolore oncologica, invece, ci si avvale sia di terapie farmacologiche che interventistiche».
Molto attenti anche alla parte scientifica: Il Mater Olbia è stato selezionato come unico centro in Italia a partecipare ad uno studio internazionale sull'efficacia clinica della neuromodulazione elettrica, con l'arrivo del Dr. Marchesini, già responsabile scientifico del Master di II livello in terapia del dolore Università di Pavia, il Mater Olbia punta anche alla formazione organizzando una serie di corsi nazionali ed internazionali.
La Nuova Sardegna, Stefania Puorro