Coronavirus: ricerca Qatar, Mater Olbia e Università Cattolica su plasma “iperimmune”
Plasma da pazienti convalescenti per trattare Covid-19: avviato un progetto di ricerca tra Qatar Foundation Endowment, Hamad Medical Corporation (Doha), Mater Olbia Hospital e Università Cattolica del Sacro Cuore. I risultati della ricerca, che prevede l'arruolamento di 100 donatori e 100 pazienti riceventi, contribuiranno in modo significativo a standardizzare e migliorare la terapia con plasma. Questo approccio, protagonista di numerosi studi in tutto il mondo, potrebbe rappresentare una valida opzione per i pazienti con quadri clinici severi. Alcuni lavori condotti in Cina hanno messo in evidenza le potenzialità di questo trattamento, in analogia a quanto dimostrato in precedenza per altre infezioni virali gravi tra cui Sars e Mers, causate da virus molto simili a Sars-CoV-2, responsabile di Covid-19.
Si ritiene che gli anticorpi presenti nel plasma di pazienti convalescenti possano esercitare un'azione neutralizzante sul virus nei pazienti Covid-19 gravi, contribuendo in modo decisivo a un rapido miglioramento delle condizioni cliniche e alla guarigione. Purtroppo, diversi aspetti sono ancora poco chiari e meritano approfondimenti e ricerche.
Il progetto di ricerca che vede coinvolti Hamad Medical Corporation (Doha), Mater Olbia Hospital e Università Cattolica del Sacro Cuore, col supporto di Qatar Foundation Endowment, si propone proprio di valutare la sicurezza e l'efficacia della terapia con plasma in una coorte di pazienti Covid-19.
Lo studio ha come obiettivo "la caratterizzazione del ruolo degli anticorpi neutralizzanti nello sviluppo dell'immunità post-Covid-19", mediante un'analisi dettagliata della risposta anticorpale specifica per Sars-CoV-2. I risultati della ricerca, che prevede l'arruolamento di 100 donatori e 100 pazienti riceventi, contribuiranno in modo significativo a standardizzare e migliorare la terapia con plasma. Ma come si svolge concretamente? Il plasma di pazienti verrà raccolto e infuso su malati con quadri severi da Covid-19 presso l'Hamad Medical Corporation, dove verranno valutati e monitorati i dati clinici dei pazienti. Aliquote di plasma dei pazienti “guariti” sono stati e verranno raccolti in tempi diversi, e lo stesso accade per i riceventi. I campioni di plasma verranno trasmessi al Mater Olbia Hospital per la determinazione qualitativa e quantitativa degli anticorpi anti-Sars-CoV-2.
Presso il Mater Olbia Hospital verranno eseguiti, mediante saggi Elisa, la determinazione dei titoli anticorpali e la caratterizzazione qualitativa della risposta sui campioni di plasma ricevuti da Hamad Medical Corporation (da pazienti donatori e riceventi). In tal modo sarà possibile determinare una cinetica della risposta immunitaria ed i profili immunologici nella coorte di pazienti inclusi nello studio. Sulla base dei risultati ottenuti verranno selezionati dei campioni rappresentativi per la misurazione dell'attività neutralizzante. Presso il Laboratorio di Microbiologia dell'Università Cattolica di Roma verranno eseguiti i test per la determinazione dell’attività neutralizzante del plasma ottenuto da un gruppo selezionato di pazienti donatori e riceventi. I saggi prevedono l'infezione di cellule con virus Sars-CoV-2 e misurazione dell'inibizione dell'infezione dai parti del plasma oggetto dello studio.
La ricerca si propone di individuare i profili della risposta immunitaria umorale (anticorpi) che si associano ad attività protettiva e quindi neutralizzante. I risultati contribuiranno a meglio comprendere i processi immunologici associati alle terapie con plasma iperimmune, trasformando un trattamento attualmente basato su dati prevalentemente empirici in protocolli terapeutici informati e basati evidenze scientifiche. La ricerca è interamente finanziata da Qatar Foundation Endowment, Hamad Medical Corporation e Mater Olbia Hospital e ha un valore stimato di 500.000 euro. Lo studio sarà coordinato da Hussam Al Soub e da Ali S. Omrani di Hamad Medical Corporation e da Stefano Vella, docente di Salute globale Ucsc, e Giovanni Delogu, associato di Microbiologia Ucsc, del Mater Olbia Hospital.