Il Mater Olbia in prima linea negli interventi oncologici

Numeri importanti: 1.100 in 9 mesi. Zero giorni di attesa per i pazienti da operare
Circa 1.100 interventi negli ultimi nove mesi, questo vuol dire che si operano 120 pazienti al mese. Non solo. Si va in sala operatoria tutti i giorni compreso il sabato e la domenica se ci sono urgenze da gestire. Ma c'è un elemento ancora più importante: i pazienti che devono essere operati di tumore non aspettano neanche un giorno. Per loro non esiste lista d'attesa. A tracciare il "quadro clinico" della Chirurgia del Mater Olbia è il primario, il Prof. Alessandro Verbo. «Sono arrivato un anno fa e ho ereditato un'attività chirurgica molto ben avviata - dice subito - e quest'anno abbiamo fatto un ulteriore salto di qualità: non solo abbiamo aumentato nel post Covid il numero degli interventi, ma abbiamo orientato il nostro focus sulla chirurgia oncologica. Sì, perché questo ospedale, com'è noto, nasce con una impronta oncologica voluta da chi l'ha fondato e da chi l'ha finanziato. E nasce come Cancer Center riconosciuto dalla Regione: uno dei principali obiettivi è proprio quello di diventare uno degli Irccs italiani e l'unico in Sardegna. Lo sforzo compiuto sino a oggi ci ha portato ad un tasso di chirurgia oncologica attestato sul 10 per cento. Una percentuale che potrebbe sembrare ancora bassa se confrontata con altre strutture sanitarie, ma per una realtà giovane come la nostra comincia ad avere un peso significativo. Il valore assoluto dei casi trattati è costantemente in crescita; infatti, nel 2023 siamo quasi ai livelli massimi degli anni precedenti con ancora sei mesi di attività da svolgere. L'obiettivo per quest'anno è di raddoppiare la casistica oncologica per poi incrementarla ulteriormente negli anni prossimi. Ma le liste d'attesa, per chi sceglie di farsi operare dai chirurghi del Mater Olbia, sono ridotte anche per altre patologie. «Se è pari a zero per gli oncologici - continua il professor Verbo -, si aspettano 15 giorni per le patologie benigne (colecisti, laparoceli, etc.) e due mesi perle patologie minori differibili. Per quanto riguarda invece la prima visita (sempre attraverso il Sistema Sanitario Nazionale) ci sono solo due settimane d'attesa. Anche in questo caso possiamo dire che riusciamo a soddisfare le esigenze del paziente in tempi brevi rispetto ad altri ospedali della Penisola dove, per una patologia minore, si arriva ad attendere anche più di due anni. E poi noi, anche in estate, lavoriamo a ritmi intensi: non abbiamo percepito fino ad oggi il calo fisiologico dovuto ai mesi estivi durante i quali, chi può, decide di rinviare l'intervento». Per Alessandro Verbo «il Mater Olbia è un ospedale ormai essenziale per il territorio, che continua a crescere nel suo complesso e che viene ormai considerato dalla popolazione un ospedale pubblico sardo a tutti gli effetti. Per quanto riguarda il mio
reparto, siamo al 60 per cento delle nostre capacità quindi abbiamo ancora un buon margine di crescita. Nel frattempo, arrivano ormai pazienti dall'intera isola ma ci sono anche persone provenienti da altre regioni d'Italia che hanno deciso di ricoverarsi e operarsi qui da noi seguendo un percorso operatore-dipendente. Ultimamente ne sono arrivati alcuni da Modena, da Roma, da Milano, da Firenze e anche da Brindisi». Che chirurgia si fa al Mater? «Copriamo tutte le esigenze dei pazienti. Ci occupiamo, come detto, di chirurgia oncologica e quindi di tumori solidi addominali (colon, stomaco, rene, fegato, pancreas, retroperitoneo) oltre alla chirurgia di media intensità (colecisti, ernia fatale). Cominciamo ad avere casistiche complesse che in futuro ci inseriranno a pieno diritto tra i centri riconosciuti per il trattamento di determinate chirurgie». Le due patologie che in assoluto sono numericamente più rappresentative sono le patologie biliari e di parete (ernie e laparoceli). L'équipe guidata da Alessandro Verbo è composta da altri quattro medici strutturati e da uno specializzando. «Il medico in formazione - spiega Verbo - partecipa attivamente all'attività clinica offrendogli una reale opportunità di apprendimento sul campo. Si, perché la formazione è per noi fondamentale ed è anche per questo che per le posizioni attualmente aperte sono arrivate da parte di medici che lavorano su questo territorio (e non solo) richieste di colloquio per poter vivere periodi di crescita professionale al Mater Olbia».
Stefania Puorro, La Nuova Sardegna