LA BATTAGLIA CONTRO L’ENDOMETRIOSI

GRAZIE ALL'EQUIPE DI MEDICI E AGLI INVESTIMENTI IN TECNOLOGIA IL MATER OLBIA DIVENTERÀ UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA CURA
La nuova sfida è appena cominciata. Il Mater Olbia punta a diventare un centro di riferimento anche per l'endometriosi. Una mission che porterà avanti il nuovo primario del reparto di Ginecologia e Senologia Manuel Maria Ianieri, 40 anni, con un bagaglio notevole di esperienza acquisito sia a Negrar (Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, IRCCS) che al Policlinico A. Gemelli, IRCCS. «L'obiettivo è dare un'assistenza quanto più elevata possibile per l'endometriosi, cercando di offrire un percorso di cura che parta dalla diagnosi per arrivare alle terapie mediche e chirurgiche. Senza dimenticare l'aspetto riabilitativo su cui dovremo concentrare i tanti sforzi per il suo avvio. Ovviamente, la nostra attenzione continuerà a essere massima anche sulle altre malattie che possono far capo ai dolori pelvici cronici». Ma che cos'è l'endometriosi? «E una malattia cronica - spiega Ianieri - caratterizzata dall'anomala presenza di tessuto pseudo-endometriale (la mucosa che riveste la superficie interna della cavità uterina in sedi anomale, ossia dove non dovrebbe solitamente trovarsi, come le tube, il peritoneo, la vagina, l’intestino, la vescica, il diaframma, od i legamenti retroperitoneali. Causa solitamente dolori pelvici e può essere associata ad infertilità. Ma si può anche presentare nella sua forma più aggressiva (endometriosi profonda) che può portare a conseguenze molto pesanti per la salute di una donna. L'endometriosi è una delle patologie tra le più diffuse nel sesso femminile. Almeno una donna su dieci ne è affetta e ci stiamo tenendo su una statistica sottostimata. Per quale motivo? Perché arrivare alla diagnosi è difficile. Una delle forme dell'endometriosi, ad esempio, è quella superficiale (peritoneale) che difficilmente si riesce a diagnosticare con una visita, un'ecografia o anche con una risonanza magnetica. Quindi a volte è veramente necessario ricorrere a centri e medici specializzati che, con il tempo, hanno imparato soprattutto ad ascoltare le donne dal punto di vista dei sintomi».
I sintomi. Le pazienti affette da endometriosi possono anche essere asintomatiche. «E a volte capita che la si scopra proprio durante un accertamento per l’infertilità. Però i sintomi che dovrebbero destare sospetti sono forti dolori mestruali, dolori durante i rapporti sessuali oppure durante la diuresi o la defecazione. Sino ad arrivare ai dolori cornici. A volte, però, i dolori si tralasciano e la diagnosi viene così ritardata (e questo accade non solo in Italia, ma in tutto il mondo) anche di sette-nove anni. È ovvio che il dolore è un campanello d’allarme per il nostro corpo e dovremmo imparare ad ascoltarlo. Quindi a volte può essere l'unica spia che si accende per dire che "la macchina ha qualche problema". Poi, non per forza di cose i dolori mestruali devono corrispondere all'endometriosi, ma se non si fanno accertamenti non si potrà avere una risposta. Sarà lo specialista a capire se ci si deve in qualche maniera indirizzare a un percorso volto poi alla diagnosi della malattia».
Prevenzione e controlli. «Essendo una patologia cronica, non bisogna sottovalutare l'importanza delle visite anche in età adolescenziale. L'endometriosi, come maggiore incidenza, ha infatti il suo picco tra i 20 e i 45 anni. Quindi se una donna in età adulta di 45 anni lamenta dolore, può voler dire che la malattia si sia sviluppata nel corso di diversi anni ed è rimasta mis-diagnosticata e non tanto che è comparsa negli ultimi mesi. Perciò se anche le giovanissime hanno dolore, è opportuno fare una semplice visita ginecologica con ecografia mirata in centri specializzati. Non è chiaro (ci sono degli studi ancora in corso) quali siano i geni che predispongono alla malattia, ma sappiamo che c'è una maggiore incidenza in donne che hanno familiari affette».
Le terapie. «Nella maggior parte dei casi l'endometriosi si gestisce con le terapie mediche e quindi con i farmaci - continua il dottor Ianieri -. Quando invece i sintomi sopravanzano nonostante la terapia (e questo può valere anche in alcuni selezionati casi di infertilità), la chirurgia potrebbe offrire vantaggi. Ma non sempre la donna che ha dolori può essere affetta da endometriosi. Ed è per questo che è ancora più importante la figura di un ginecologo esperto che conosca non solo l'endometriosi ma che sia in grado di fare una diagnosi differenziale con altre patologie che causano dolori cronici della pelvi».
La sfida. «In Italia i centri specializzati per l'endometriosi non sono tanti e la nostra speranza è che il nostro possa essere di aiuto per la Sardegna e quindi per le donne che già soffrono o che si sospetta possano avere questi problemi. E ovvio che sarà un procedimento che richiede la formazione di personale qualificato. Ma c'è un aspetto che vorrei sottolineare: questo è un ospedale che si candida a diventare un IRCCS e quindi cercheremo anche di fare ricerca clinica e partecipare a studi internazionali per mantenere sempre alto il livello delle cure».
Squadra e sinergia. «Il Mater per me rappresenta una grossa opportunità - dice ancora il dottor lanieri - e cercherò di dare un'impronta mettendo a frutto l'esperienza maturata nel corso degli anni. Ovviamente un centro che vuole diventare un riferimento non può basarsi solamente sulla figura di una sola persona. Ha bisogno di collaborare con un'équipe multidisciplinare: in questo caso è il ginecologo a guidare l'orchestra, tenendo conto però del ruolo importante che ricoprono i chirurghi generali, i terapisti del dolore e i riabilitatori (o riabilitatrici) del pavimento pelvico che speriamo di aggregare quanto prima».
Altre patologie. «Oltre all'endometriosi - chiude il primario del reparto di Ginecologia e Senologia del Mater Olbia - cercheremo di essere punti di riferimento per altre patologie. Un esempio è la vulvodinia, di cui si è parlato molto negli ultimi anni: è un dolore cronico, che si può presentare durante i rapporti ma che si può provare anche spontaneamente, senza stimoli provocati. E il nostro appoggio alle pazienti che hanno questo problema sarà quanto più interdisciplinare». (Stefania Puorro)
IN UN ANNO TRATTATI 120 CASI DI NEOPLASIA MAMMARIA
Il Gynecology and Breast Care Center del Mater Olbia Hospital, diretto dal 1 marzo 2023 dal Dott. Manuel Maria Ianieri e precedentemente dalla professoressa Giorgia Garganese, ha trattato nel 2022 centoventi casi di neoplasia mammaria. E ora, uno dei punti di forza del reparto dopo anni di collaborazione con la professoressa Garganese, è Sonia Bove, ginecologa specializzata del trattamento della patologia mammaria, in forza nell'Unità di Ginecologia e Senologia dell'ospedale Mater Olbia fin dall'apertura della struttura. La dottoressa Bove ha sviluppato, nel corso della sua formazione presso l'unità operativa di Chirurgia Senologica della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, robuste competenze specifiche nella diagnostica ecografica, nella diagnostica invasiva e nel trattamento chirurgico della patologia mammaria benigna e oncologica. «Nel centro vengono offerte cure di eccellenza alle pazienti affette da neoplasia del seno, che rappresenta il tumore più frequente nelle donne e che ha un grosso impatto oltre che per l'aspetto oncologico anche perla l'importanza che il seno riveste nell'identità femminile (maternità e allattamento, aspetto estetico e aspetti relazionali). La paziente, al centro del progetto di cura, viene accompagnata nel suo percorso dalla diagnosi al trattamento, grazie ad un team multidisciplinare di esperti, con particolare attenzione al ripristino della salute fisica e psico-sociale. Alle donne viene garantita una chirurgia onco-plastica che prevede, oltre alla asportazione dalla malattia, la preservazione dell'estetica del seno. Il maggior risparmio di ghiandola sana - spiega ancora la dottoressa Bove - viene anche ottenuto con l'utilizzo di strumenti di Iocalizzazione di ultima generazione (magnetoguidati o radioguidati). Inoltre, quando necessaria la completa asportazione della mammella, grazie alla collaborazione con l'unità di chirurgia plastica, guidata dal dottor Domenico Maria Pagliara, le donne possono accedere a una ricostruzione immediata del seno, nel corso dello stesso intervento, mediante protesi biocompatibili, con riduzione delle cicatrici sia fisiche che psicologiche». Il centro offre inoltre servizi di sorveglianza radiologica/clinica e chirurgia profilattica per donne con forte familiarità per neoplasie mammarie e ovariche o con note mutazioni genetiche (es. dei geni BRCA 1 e 2). In collaborazione con Komen Italia, il Mater Olbia organizza con regolarità giornate di prevenzione gratuita.
INDISPENSABILE PER UNA DIAGNOSI PRECOCE
ISTEROSCOPIA DIAGNOSTICA, STRUMENTO PREZIOSO
Un ambulatorio ben avviato al Mater Olbia è quello dedicato all'isteroscopia diagnostica. «Perché vogliamo dar voce anche ad altre problematiche oncologiche-ginecologiche - spiega il primario dottor Manuel Maria Ianieri -. Per capirci: un sintomo che può essere sospetto in una donna in menopausa è il sanguinamento, un possibile segno di iperplasia o tumori dell'endometrio. Ecco, con questo strumento possiamo fare una diagnosi precoce. L'obiettivo è perciò quello di continuare e implementare quanto più possibile l'opportunità di eseguire isteroscopie (che rappresentano per l'utero quello che può essere una gastroscopia per le patologie gastriche). Si fanno con pazienti sveglie nel 90% dei casi e quando ci sono appunto sanguinamenti, sospetti legati a un ispessimento della mucosa che riveste le pareti interne della cavità uterina (endometrio) oppure polipi, si procede con una biopsia o alla sua asportazione. Abbiamo quindi una diagnosi precoce di potenziali problematiche oncologiche soprattutto nelle pazienti in menopausa. La procedura endoscopica diventa perciò fondamentale perché mentre per il tumore della cervice esiste un vero e proprio screening (il pap test), per il tumore dell'endometrio non è previsto. Il nostro centro di isteroscopia, inoltre, permette anche una corretta valutazione della cavità uterina in pazienti che invece sono desiderose di una gravidanza e soffrono di infertilità. A volte, in età fertile, non ci sono solo i polipi nell'utero o fibromi. Ci possono essere anche malformazioni dell'utero che spesso vengono sottodiagnosticate perché servono una ecografia 3d e un'isteroscopia. Quindi, il fatto di avere un ambulatorio che funziona bene, con medici ben formati e qualificati, ci permette di diagnosticare e trattare sia le patologie dell'età fertile che le patologie pre-oncologiche come le iperplasie endometriali. Tutto questo, però, cercheremo di rafforzarlo con studi e pubblicazioni scientifiche». Anche per i tumori della cervice, è operativo nel reparto di ginecologia un ambulatorio di colposcopia. «Che è quell'esame che si fa quando c'è un pap test alterato - spiega lanieri». Lo scorso anno, il Mater Olbia ha organizzato un corso di isteroscopia digitale insieme all'Università Cattolica, frequentato da numerosi medici sardi. Ma per il nuovo primario c'è un altro obiettivo da raggiungere: «Sono convinto che il costante sviluppo delle nostre soluzioni cliniche rafforzi ulteriormente la collaborazione con i medici del territorio, senza dimenticare che la nostra missione principale resta quella di completare l'offerta delle cure senza concorrere con nessuno». (Stefania Puorro)
13 marzo 2023, La Nuova Sardegna